Vestito, scarpe, make-up e… denti bianchi, tra i must delle spose il wedding bleaching

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Il wedding bleaching è un fenomeno in crescita tra chi cerca un sorriso perfetto per accompagnare il grande giorno (© shutterstock.com).
G.M. Nardi, C. Pergolizzi

By G.M. Nardi, C. Pergolizzi

Wed. 23. November 2016

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Nell’ambito odontoiatrico, lo spiccato interesse verso l’estetica dentale e il desiderio di un sorriso chiaro e brillante hanno condotto ad una crescente richiesta di trattamenti sbiancanti per eventi speciali quali cerimonie e ricorrenze.

Il matrimonio è tra gli eventi in cui si assiste ad uno spiccato interesse verso queste metodiche. Si parla infatti di “wedding bleaching”, fenomeno di costume in crescita consistente nella ricerca di un sorriso “bianco” per accompagnare il ricordo del grande giorno.
Naturalmente ogni sposa desidera un sorriso perfetto. Ma cosa succede quando ad un abito bianco se ne accompagna uno “non bello” o vissuto come tale? Quanto incide un sorriso su autostima, sicurezza e nel vivere appieno un momento così speciale? A fianco della scelta del make-up più appropriato, della pettinatura ideale e dei trattamenti correlati al raggiungimento di una perfetta esteriorità, si sta aggiungendo anche l’interesse verso il sorriso.

La tendenza ha anche un nome: “effetto Middleton”. Dopo le nozze di Kate e William, infatti, oltre la metà delle promesse spose inglesi ha detto sì al ritocco sottoponendosi a interventi di odontoiatria estetica (51%) e facendo ricorso a filler, botox, mastoplastica e liposuzione. E in Italia? Nel “Bel paese” la voglia di makeover prematrimoniale sembra che contagi non solo la sposa, ma mamma, suocera e perfino le damigelle, anche se non abbiamo cifre per confortare l’affermazione.
Tuttavia, l’idea che il sorriso possa non essere all’altezza delle aspettative spesso non emerge fino a quando è troppo tardi per correggere i problemi. «Se pensate che il vostro sorriso possa rovinare fotografie o condizionare il vostro modo di essere, allora il matrimonio è il giusto motivo per avere un makeover del sorriso», spiega N. Estate Lerch, DDS, il fondatore del Centro di Estetica Dentale a New Haven, past president dell’Accademia di Odontoiatria del New England e membro accreditato dell’American Academy of Cosmetic Dentistry (AACD). (Mann & Casey).

Se trucco e parrucco sono fondamentali e di rapida elaborazione, per preparare il sorriso a pronunciare il fatidico “sì”, occorre agire per tempo, affidandosi ad un esperto che sappia proporre un trattamento adeguato. L’odontoiatria “cosmetica”, che ha come obiettivo il miglioramento dell’aspetto di uno o più elementi dentali, dei tessuti orali e/o periorali (a differenza da quella “estetica” concernente le terapie protesiche e ricostruttive) sta assumendo un ruolo più consistete nell’estetica del sorriso con trattamenti efficaci e minimamente invasivi.
Affinché il risultato soddisfi tuttavia le esigenze del clinico e del paziente, sottolinea il Dr. Lerch, occorre che il makeover sia valutato nei tempi consoni oltreché al raggiungimento del sorriso desiderato. Inoltre, come dice Larry Addleson, DDS, FAACD ed ex presidente della AACD, che si occupa di odontoiatria cosmetica e ricostruttiva presso il The Art of Dentistry di San Diego (California), valutati i tanti fattori che condizionano la scelta del trattamento adeguato (es. stato di salute delle gengive, presenza di corone o ricostruzioni preesistenti), in vista del grande evento occorre uno studio preliminare personalizzato di un esperto di odontoiatria cosmetica.

Una nota clinica odontoiatrica londinese ha persino realizzato una “wedding timeline” online, per i pazienti che in vista del loro matrimonio vogliano conoscere i tempi minimi necessari al trattamento desiderato, perché per lo sbiancamento dentale il fattore tempo è fondamentale. Ed anche quando il paziente prossimo alle nozze non abbia stabilito per tempo gli appuntamenti con odontoiatra e igienista dentale, è importante riuscire a soddisfare almeno in parte il desiderio di un sorriso “più bello”.
Affinché il paziente sia considerato idoneo al trattamento deve essere sottoposto ad una visita per il rilevamento dei dati anamnestici e ad un esame clinico e radiografico (per verificare lo stato di salute endodontico e parodontale). Una delle difficoltà maggiori cui incorre il professionista nella valutazione del sorriso di chi vuole avere “denti bianchi”, è non poter tuttavia fare una previsione certa del risultato ottenibile.

Come emerge dalla pratica clinica, infatti, il risultato è condizionato da vari fattori. Primo fra tutti è il tipo e grado di severità della discromia. Un’attenta analisi permetterà di ipotizzare il risultato ottenibile, concordando con il paziente il trattamento nel caso specifico. Altro fattore è la struttura del dente: vi sono dei tessuti duri più sensibili e permeabili ai materiali sbiancanti, altri meno predisposti all’assorbimento dei principi attivi utilizzati. Fattori associati al sistema sbiancante sono il principio attivo utilizzato, la metodica di sbiancamento scelta (at-home, in-office o combinata) e la corretta esecuzione del trattamento ambulatoriale o domiciliare.
Fondamentale dunque, è che il paziente concordi con il clinico il trattamento efficace per il risultato più soddisfacente in relazione a caratteristiche e aspettative. Il clinico deve far comprendere modi e tempistiche del trattamento, motivando il paziente a mantenere i risultati ottenuti attraverso alimentazione appropriata, corrette abitudini di vita e di igiene orale. Per evitare il malcontento il dialogo risulta pertanto assolutamente necessario.

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