L’osteonecrosi delle ossa mascellari (ONJ) da farmaci è una severa patologia odontoiatrica, recentemente definita come «una reazione avversa farmaco-correlata, caratterizzata dalla progressiva distruzione e necrosi dell’osso mandibolare e/o mascellare di soggetti esposti al trattamento con farmaci per cui sia accertato un aumentato rischio di malattia, in assenza di un pregresso trattamento radiante»1-3.
I pazienti osteometabolici a rischio di sviluppare l’ONJ sono quelli sottoposti a terapia con bisfosfonati (in particolare amino-bisfosfonati o Nitrogen-containing BisPhosphonate/NBP) e, più recentemente, con denosumab (anticorpo monoclonale anti-RANKL)4. Tali farmaci antiriassorbitivi caratterizzati da una prevalente azione inibitoria sul metabolismo dell’osso, sono ampiamente prescritti per la cura di patologie osteometaboliche, prevalentemente osteoporosi primaria o secondaria, oltre che per la prevenzione e il trattamento di lesioni scheletriche in pazienti con patologia onco-ematologica1,5-7.
Nonostante il rischio di ONJ sia maggiore nei pazienti oncologici, essendo valutato tra lo 0,2% e il 6,7%2, i casi di ONJ in pazienti con patologia osteometabolica sono sempre più frequenti nella pratica quotidiana, soprattutto per la grande diffusione che i farmaci antiriassorbitivi hanno avuto nel trattamento dell’osteoporosi. Seppur il rischio di sviluppare ONJ nel paziente con malattia osteometabolica sia contenuto tra lo 0,04% e lo 0,1%, è interessante sottolineare che il numero assoluto di casi di ONJ in questi soggetti rappresenta più del 40% dei 17.119 casi di ONJ segnalati alla Food and Drug Administration’s Adverse Event Reporting (FAERS) in poco più di 4 anni (2010-2014)8.
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