Il microscopio operatorio: razionale clinico di uno strumento “superfluo”

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Il dott. Maurizio Signorini.
M. Signorini

By M. Signorini

Tue. 15. November 2016

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In quest’ultimo periodo si fa un gran parlare di TC cone beam, come di una tecnologia d’esame tac tridimensionale oramai imprescindibile, che ogni odontoiatra all’avanguardia dovrebbe possedere per poter affrontare la diagnosi radiologica più accurata; grazie ad una visione perfetta e avanzata (per mezzo delle radiazioni ionizzanti) del distretto anatomico d’interesse.

Uno strumento quest’ultimo che fino ad ieri era appannaggio delle prerogative e specialità del medico radiologo (unico tutt’ora abilitato e qualificato a refertarlo); sembra ora non poter mancare nello studio odontoiatrico di successo. Come si pone il microscopio operatorio nella classifica degli strumenti utili a vedere (attraverso l’occhio) ciò che senza non possiamo vedere ?
Sembrerebbe quasi che per “moltissimi” una buona diagnosi strumentale possa sostituire la vista in sede operatoria, tutelandoli da ogni possibilità di errore.

Ma… cosa facciamo quando vasi e nervi principali sono a diretto, intimo contatto con l’area d’intervento ? Il video che vi propongo (visualizzabile all’indirizzo: https://youtu.be/QUO-jXXlTDE) riguarda l’intervento chirurgico di estrazione di un ottavo incluso inferiore che gestito in microscopia è intervento assolutamente banale e privo di rischi; mentre nella realtà macroscopica è operato da “si e no” il 5 % dei dentisti che esercitano in regime ambulatoriale privato, con una percentuale molto elevata di danni transitori e permanenti. Il video è inoltre sotto commentato in lingua inglese e spiega ogni strumento utilizzato in questa tecnica.

Nel video si dimostra come la visione eccellente e magnificata (“tanto” quanto serve), consenta di eseguire accessi minimali (min. 1:17) a fronte di una visione abbondante e soprattutto ridondante di dettagli anatomici microscopici (min. 5:45) o comunque troppo piccoli per essere apprezzati in visione naturale. La tecnica oramai nota e personalizzata dall’esperienza, abbinata alla visione superlativa, rende questo intervento semplice, predicibile, alla portata di tutti, sicuro, al limite della banalità, sulla base del principio che quello che si vede bene difficilmente si può danneggiare.
Incisioni minime utili che viste sotto “importante” ingrandimento appaiono molto più grosse di quello che sono.
Strumentazione dedicata e studiata per garantire sempre la migliore e completa visualizzazione del campo op. Osteotomie e o odontotomie micro chirurgiche (min. 2:57) (dal punto di vista del sacrificio di tessuto, minimo indispensabile) (min. 3:28).

La doverosa toelettatura dell’alveolo con lo scopo di eliminare ogni residuo di follicolo e/o di legamento alveolo dentario (min. 5:00) al fine di garantire la migliore rigenerazione possibile (min. 6:47), vengono condotti grazie ad una visione che, entrando dentro la mandibola, consente di operare attorno a innervazione e vascolarizzazione senza alcun timore di indurre danno. Aghi e suture di piccolo diametro, appaiono enormi e semplici da usare garantendo guarigioni prive di infiammazione. Il M.O è quindi uno strumento utile o rasenta invece l’indispensabile, (quantomeno sicuramente più della Tac cone beam in studio, che ha già il mio radiologo specialista) ?

Per maggiori informazioni: www.mauriziosignorini.org

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