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Gli Odontoiatri “sentinelle”contro la violenza di genere

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Dott.ssa Sabrina Santaniello.
m.boc

By m.boc

mar. 6 dicembre 2016

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Un’iniziativa di notevole risvolto sociale è il Protocollo che Sabrina Santaniello, Presidente di ANDI Roma, Consigliere OMCeO e della CAO, ha presentato alla Prefettura di Roma sul tema "Odontoiatri sentinelle contro la violenza di genere”. La Sezione provinciale dell’Associazione nazionale dentisti italiani avanza la sua collaborazione per formare una rete di operatori sanitari in prima linea per tentare di riconoscere i segnali di violenza o abusi, indirizzandoli alle competenti strutture pubblico-assistenziali.

Protagonisti della rete i liberi professionisti, in primis gli odontoiatri, che già qualcuno, in ambito preventivo (vaccinazioni) ha denominato “Sentinelle della salute” assieme soprattutto a medici di famiglia e pediatri. «Rispetto a traumi più importanti che invece possono presentarsi al pronto soccorso – spiega la Santaniello – anche noi possiamo intercettare la violenza attraverso piccole lesioni di bocca e denti. Vogliamo pertanto metterci a disposizione delle istituzioni per interagire con loro e con le strutture di pubblico servizio perché durante la nostra attività ambulatoriale libero-professionale si percepiscono, grazie al “rapporto fiduciario medico-paziente”, segnali premonitori che spesso, per non reazione o denuncia, sfociano nel tempo in atti di violenza più gravi». Il Protocollo proposto alla Prefettura potrebbe rappresentare uno strumento di (in)formazione e contrasto utile non solo alle forze di polizia ma per la riqualificazione del ruolo medico dell’odontoiatria verso la cittadinanza.

La proposta è stata avanzata nel corso di una Giornata (2 dicembre) dedicata al tema del dolore che comprendeva un corso multidisciplinare di aggiornamento sul dolore in medicina di genere e una Tavola Rotonda in cui sono stati discussi i risultati di un questionario sulla “Violenza di genere e formazione degli operatori sanitari” per valutare il grado di conoscenza del fenomeno e i livelli di formazione. Dal questionario è emerso che «gli operatori sanitari hanno voglia di fare formazione e saperne di più su questo fenomeno – dice la Santaniello –. Siamo convinti che l’unione tra la parte medica e quella odontoiatrica possa generare risultati nell’individuazione di traumi dento-facciali come segnale di violenza».

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