Il futuro lavorativo dei neolaureati? “Saranno collaboratori” dice un’indagine di CAO Roma

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Il futuro lavorativo dei neolaureati? “Saranno collaboratori” dice un’indagine di CAO Roma

Tavola rotonda sul futuro lavorativo dei neolaureati. A sinistra Sabrina Santaniello, responsabile scientifico del convegno.
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mar. 8 novembre 2016

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Dal Convegno “Emergenze mediche e gestione delle complicanze nello studio odontoiatrico” tenutosi l’8 ottobre all’Antonianum di Roma a cura della CAO/OMCeO, la Commissione Giovani Odontoiatri della CAO Roma ha presentato, nell'ambito di una Tavola rotonda, i dati di un questionario sulle esigenze di aggiornamento post-laurea e di inserimento nel mondo del lavoro, cui negli ultimi 5 anni avevano risposto gli iscritti.

Dati analizzati in un ampio dibattito tra Sabrina Santaniello, Responsabile Scientifico del Convegno, Ersilia Barbato, Leonardo Calabrese e Massimo Cordaro, Presidenti di Laurea in Odontoiatria delle tre principali Università capitoline, i rappresentanti ANDI (Carlo Ghirlanda) e AIO (Giovanni Migliano) e Andrea Dilli, Presidente di Confprofessioni Lazio.

Ne è emerso che, viste le difficoltà ad aprire uno studio odontoiatrico come titolare, la figura preminente che si affaccia al mondo professionale è quella del collaboratore di studio (54%) che, spesso in attesa di migliorare la qualità del suo futuro lavorativo, preferisce continuare la formazione frequentando corsi di specializzazione (61%), Master di II livello o corsi di alta formazione universitari (31%). Ne è anche emerso l’ottimo gradimento per i corsi ordinistici di avviamento alla professione erogati dalla CAO Roma per studenti e neolaureati (97%), i quali ne auspicano il proseguimento per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.

Durante la Tavola rotonda si è evidenziato inoltre che gli intervistati preferiscono i corsi teorico-pratici, per essere aggiornati in materia di ortognatodonzia, chirurgia orale ed endodonzia. Un dato sicuramente confortante? I giovani sono a conoscenza del codice deontologico e del suo contenuto (91%), un valore aggiunto fin dall'inizio del loro percorso professionale. Dal dibattito è venuta la conferma che i giovani odontoiatri, vista le difficoltà d’apertura di uno studio odontoiatrico per la nota burocrazia e per mancanza di facilitazioni per l'accesso al credito, si trovano costretti a fare i collaboratori in più studi odontoiatrici (36%), per ottenere un risultato economico soddisfacente.

Questo dato spiega la pressante richiesta affinché venga definito un equo compenso (97%) ed un contratto nazionale per i collaboratori (86%). È stata ribadita la necessità di regole che puntino a stabilire responsabilità giuridiche, con obblighi e diritti per entrambe le parti per evitare casi di “sfruttamento”. Dalle statistiche prese in esame si evince infine che le giovani dentiste hanno più difficoltà a diventare titolari di studio perché è ancora molto carente nella categoria il sostegno alla professione declinata al femminile e per via della difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con gli impegni familiari. L’incontro, dato l’interesse intrinseco dei temi affrontati, non ha mancato di richiamare un folto numero di giovani odontoiatri.

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